Io amo le idee, le genero di continuo, mi entusiasmano, mi entrano in testa, mi mandano in confusione e credo che la capacità creativa sia una delle cose migliori dell’essere umano. Mi piace inseguire le mie idee, immergermici dentro totalmente e poi magari dimenticarle.
Alcune però hanno quel qualcosa in più che le fa diventare potenziali progetti di lavoro.
Cos’è quel qualcosa in più?
E come dare forma ad un’idea rendendola concreta?
In questo articolo ti guido passo passo a scegliere un’idea e trasformarla in un business. Non troverai consigli sull’analisi di mercato o file Excel per il miglior modello di business. Non è il mio campo e, se sei una libera professionista (o aspirante tale), forse non ti servono neanche.
Mi concentrerò solo su ciò che davvero serve a tutte le libere professioniste che hanno un’idea in testa o vogliono trasformarlo in un nuovo progetto.
Cosa sono le idee di business?
Lavori in un’azienda come dipendente ma hai anche una passione e vorresti che diventasse il tuo lavoro: questa è un’idea di business.
Hai acquisito nuove competenze nel tuo settore e vorresti integrarle nel tuo lavoro: questa è un’idea di business.
La tua vita personale ti ha portato nuove consapevolezze e vorresti condividerle in modo più strutturato con chi ti segue: questa è un’idea di business.
Stai notando un certo interesse da parte delle persone verso qualcosa di cui sei competente e intravedi una possibilità per un nuovo servizio da offrire: questa è un’idea di business.
Penso che sia chiaro dagli esempi, quando parlo di idee non sto parlando necessariamente di qualcosa di super innovativo, che ti farà diventare miliardaria in 6 mesi.
Può essere qualcosa di completamente nuovo per te oppure solo un lieve cambio di rotta rispetto a ciò che stai facendo.
Un’idea di business è qualcosa che ti chiama e ti fa rivalutare le scelte che hai fatto fino a quel momento, ti spinge ad andare in una direzione che senti più vicina a te, ti sfida a mettere i tuoi talenti a servizio degli altri.
Disclaimer: non tutte le idee devono diventare progetti di business e non tutte le tue passioni devono essere monetizzate, scegli con cura!
Trova il tuo Sweet Spot
In inglese sweet spot è inteso come un punto ottimale, una combinazione ideale di fattori. In questo caso, il tuo Sweet Spot è il miglior incrocio tra i tuoi talenti e i bisogni più pressanti delle persone.
Mi spiego meglio, partiamo dai tuoi talenti, sicuramente ne hai tanti!
Alcuni li hai acquisiti nella tua vita, con l’istruzione, con l’esperienza, con le competenze di lavoro… altri probabilmente ce l’hai da quando sei nata e sono le tue inclinazioni naturali, i pregi del tuo carattere e le tue modalità di approcciarti alla vita.
Per esempio io ho competenze di Digital Strategy e Web Design che ho acquisito tramite formazione ed esperienza, ho anche passione nel creare connessioni tra le persone e risolvere problemi, sono una persona curiosa e determinata, mi piace spiegare in parole semplici concetti complessi, ecc.
Tutto ciò va a finire nella mia bolla di talenti. Da soli però i talenti non garantiscono un lavoro o un reddito.
Dobbiamo considerare anche l’altra parte, quella dei bisogni, tutti abbiamo molteplici bisogni. Dai bisogni di base come mangiare o avere una casa, ai bisogni meno “di sopravvivenza” ma non per questo meno importanti come formarci, sentirci bene con noi stesse, avere buone relazioni, ecc.
Le due bolle vivono separatamente, potrei avere talenti che non vanno a soddisfare nessun bisogno così come esisono bisogni che tu non sei in grado di soddisfare.
Ma è nell’incrocio tra le due bolle che si genera la magia. È lì che trovi il tuo Sweet Spot, il punto ideale d’incontro tra ciò che offri e ciò di cui le persone hanno bisogno.
Vediamo più da vicino come riuscire a trovare questo Sweet Spot analizzando, da una parte, i tuoi punti di forza e, dall’altra, le esigenze dei clienti che vorresti servire.
Scopri i tuoi punti di forza
Pensiamo spesso che i clienti ci scelgano per ciò che sappiamo fare, in realtà ci scelgono per COME lo facciamo.
L’unico modo per differenziarti, se non vuoi competere solo sul prezzo, è, appunto, quello di valorizzare ciò che ti rende unica, i tuoi punti di forza.
E questi punti di forza hanno molto più a che fare con le tue caratteristiche personali che con i corsi che hai frequentato.
Molto spesso sono le cose di cui non ti accorgi o, addirittura, ciò che non ti piace di te, per esempio spesso mi viene detto che sono molto autentica invece io ho sempre pensato di essere poco diplomatica!
Sai perché è così difficile scoprire i tuoi punti di forza? Perché per te sono scontati, sono ciò che ti viene in modo semplice, immediato, naturale.
A ben vedere spesso le nostre caratteristiche sono sia dei punti di forza che dei limiti, a seconda delle situazioni e, soprattutto, da come scegliamo di utilizzarli.
Sono quelle cose che tutti ti chiedono di fare “perché a te viene meglio” o che, in famiglia, è ovvio che faccia tu. Ma sono anche quelle qualità, quasi impercettibili, che fanno di te proprio la persona che sei.
Se vuoi un aiuto per scoprire i tuoi punti di forza, scarica la mia checklist gratuita.
Di cosa hanno bisogno le persone?
Ora che hai la tua bella lista di talenti e punti di forza, puoi iniziare a spostare la tua attenzione al di fuori di te, per capire come possono essere messi al servizio delle persone.
Puoi iniziare con una raccolta di informazioni che riguardano il settore principale in cui lavori (o vorresti lavorare).
Ecco alcune risorse che potrebbero aiutarti:
- Google Trend:
il tool gratuito di Google che ti mostra cosa stanno cercando le persone su Google in questo momento e quali sono i trend più importanti - Youtube:
guarda i commenti ai video più visualizzati e annota ciò che le persone apprezzano e ciò che vorrebbero. - Amazon:
guarda i commenti ai libri più letti - Facebook: entra a far parte dei gruppi più partecipati
Non è un lavoro che fai in un giorno, prenditi del tempo per questa fase di analisi che mette le fondamenta di tutto ciò che viene successivamente.
Quando hai identificato alcune idee di servizi che potrebbero essere interessanti per le persone e che tu potresti offrire, inizia a creare il profilo della tua clientela ideale.
Parti dalle domande di base come genere, età, interessi… e arriva a delineare una categoria di persone accomunate da un bisogno che tu puoi soddisfare.
Più che cercare di delineare l’identikit perfetto, chiediti in che modo tu vai a soddisfare quel determinato bisogno e, di conseguenza, chi riuscirebbe a prendere il maggior valore dal tuo servizio.
Per esempio, due life coach si occupano dello stesso argomento, una è molto delicata e accogliente e l’altra è molto decisa e pragmatica. Anche se entrambe soddisfano lo stesso bisogno, ciascuna delle due avrà una clientela completamente diversa da quella dell’altra.
La prima attirerà persone che necessitano di un approccio dolce e la seconda invece chi apprezza qualche sferzata più energica.
Per creare un progetto di business devi avere una strategia
Identificare il pubblico a cui ti rivolgi è solo il primo passo.
La strategia che sta alla base del tuo business è ciò che fa la differenza tra un progetto che decolla e uno che affonda.
All’inizio hai molto entusiasmo e vorresti subito buttare il cuore oltre l’ostacolo ma ti invito a fermarti e riflettere sulle cose importanti che riguardano la tua attività: quali servizi offri? con che modello di business? Da dove arriveranno i soldi? Di cosa hai bisogno, ecc.
Tutte queste domande vanno a costruire un piano di business (sì, il famoso business plan!).
Ma non farti ingannare dal nome, non è per forza un complesso file excel pieno di numeri e formule, è un piano che ti aiuta a capire meglio quali saranno i passi che dovrai fare, con che ordine, che ritorno ne avrai e in quanto tempo.
“Non posso partire e poi man mano aggiustare il tiro?”
Sì puoi farlo, ma il rischio è quello di bruciare subito tempo, denaro ed entusiasmo e non riuscire poi a sostenere il progetto nel lungo termine.
A seconda del tipo di progetto che hai in mente di avviare, il business plan potrà essere più o meno complesso, ma la traccia da seguire è sempre più o meno la stessa (lo racconta molto bene Marta Giavarini in questo articolo in cui spiega cos’è davvero il business plan).
La Digital Strategy: utilizzare il web per promuoverti
Dopo aver messo a punto la tua strategia puoi passare a scrivere il tuo piano per promuoverti online ovvero la Digital Strategy.
Quando ho iniziato a fare questo lavoro, una ventina di anni fa, promuoversi online significava essenzialmente avere un sito web o, al massimo, acquistare banner pubblicitari.
Oggi abbiamo i social, la pubblicità sui social, il mail marketing, l’influencer marketing, la SEO, il content marketing, la pubblicità su Google e molte altre possibilità.
Ma “da grandi poteri derivano grandi possibilità” che, in questo caso, significa saper scegliere e usare in modo efficace gli strumenti che ci servono.
Il rischio di disperdere le energie è veramente molto alto ma se hai lavorato bene sulla tua Business Strategy, il tuo lavoro sarà molto facilitato.
Prima di addentrarci nel capire cos’è e come si fa un piano di Digital Strategy vorrei che tornassi con la tua attenzione alla tua clientela ideale, quello è il tuo punto di arrivo, servire le persone che hanno bisogno dei tuoi servizi.
Attorno a questo punto focale, dovrai costruire un ecosistema che ti permetterà di avere clienti (felici!) in modo continuativo.
I 3 passi per promuoverti online
Nella mia guida gratuita “3 passi per promuoerti online come libera professionista”, ho spiegato in modo approfondito in che modo le persone si muovono dall’esterno all’interno del tuo business ovvero come si trasformano da utenti a clienti.
Togliti dalla testa l’idea che le persone acquistino al primo colpo, semplicemente non funziona così, c’è bisogno di tempo e, soprattutto, c’è bisogno che abbiano fiducia di te e del fatto che possono spendere i loro soldi senza pensieri.
Questo percorso, da quando ti conoscono a quando acquistano, si può dividere in diverse fasi ma, per semplicità, prendiamo solo le 3 principali:
- Conoscenza:
nella prima fase, quella più esterna, le persone vengono in contatto con te per la prima volta, attraverso uno dei canali che hai attivato (blog, social, pubblicità…) - Interesse:
una parte di queste persone, si muoverà più vicina a te, attraverso un’azione semplice come il follow sui tuoi canali social, l’iscrizione alla tua newsletter, l’aggiunta del tuo podcast alla loro playlist, ecc. - Acquisto:
una parte ancora più piccola, seguendoti, si convincerà che sei la persona giusta e acquisterà uno dei tuoi servizi.
A queste tre fasi, possiamo aggiungere una, importantissima, fase di fidelizzazione, quella in cui il cliente compra nuovamente da te o comunque parla bene di te ai suoi amici e parenti.
In ciascuna delle fasi, il tuo obiettivo è diverso: se nella prima fase devi raggiungere più persone possibili per mostrare ciò che fai, nella seconda l’obiettivo è selezionare le persone e far vedere il tuo valore catturando l’attenzione. Nell’ultima fase, infine, devi dare un buon motivo perché acquistino da te.
La scelta dei tuoi canali di comunicazione
Tenendo bene a mente queste le tre fasi che portano la persona ad avvicinarsi sempre di più a te, puoi valutare quali canali di comunicazione è meglio utilizzare e come.
Ci sono davvero tanti canali di comunicazione online e, se da una parte questo potrebbe mandarti in confusione, dall’altra ti offre una grande possibilità, quella di poter scegliere!
E ti dirò di più, ciascun canale offre spesso formati differenti, per esempio su Instagram hai la possibilità di scegliere se pubblicare post, gallery, Reels, Stories…
Non sei obbligata a utilizzare tutti i formati e non sei neanche obbligata a utilizzare tutti i canali.
Riguarda i tuoi punti di forza, valuta i tuoi limiti e la tua vita personale, e scegli ciò che ti viene più facile e immediato.
Sì, hai capito bene, ti sto autorizzando a essere pigra, a fare solo ciò che ti piace e che ti viene senza un grande sforzo.
È bellissimo poter imparare cose nuove, superare i propri limiti e migliorarsi ma ci siamo convinte di doverlo fare il 100% del tempo sul 100% delle cose! Non solo non è necessario, ma non è neanche sensato.
La comunicazione online è una cosa di cui ti dovrai occupare quasi tutti i giorni, che è indispensabile al tuo business per crescere, se devi sforzarti tutte le volte, come fa a essere un’azione sostenibile sul lungo periodo?
Quindi, scegli il numero dei canali di cui ti puoi realisticamente occupare e la frequenza che puoi realisticamente mantenere nel tempo.
E se non sono interessante?
Bene, finora hai definito la tua strategia di business, hai chiaro chi è la tua clientela ideale e cosa puoi offrire, sai qual è il tuo valore e hai scelto i canali su cui comunicarlo.
E adesso?
Adesso viene il bello, perché si tratta di stimolare le persone a seguirti più da vicino, a interessarsi a ciò che fai ed a compiere un’azione per avvicinarsi a te.
Anche solo cliccare il tasto Follow del tuo profilo, è una dimostrazione di interesse ed è ciò che ti permette di comunicare con quella persona in modo più diretto.
Ha fatto un passo verso di te e ora si aspetta di avere qualcosa da te, cosa puoi offrirgli?
Contenuti in primo luogo: informazioni, suggerimenti, consigli ma anche ispirazione, intrattenimento e coinvolgimento.
Su Instagram per esempio potresti utilizzare le Stories che vengono viste soprattutto dai tuoi follower oppure, sulla tua mailing list, puoi inviare una newsletter con contenuti utili oppure ancora offrire una consulenza gratuita.
In questo modo le persone che ti seguono più da vicino diventano parte di una community di cui ti prendi cura, che ti apprezza ed è pronta ad acquistare servizi.
Per aumentare ulteriormente le conversioni, cioè trasformare più utenti in clienti, puoi pianificare dei veri e propri lanci, che ti aiutano a convincere gli indecisi.
Su come pianificare un lancio ci sarebbe molto da scrivere ma, riassumendo molto, si tratta di creare un’offerta a tempo e comunicarla al meglio in modo da concentrare gli acquisti in un momento specifico.
Ricorda che tu sei l’unica persona che vede ogni singolo contenuto che pubblichi, non aver paura di ripostare i contenuti in differenti formati e neanche di chiedere esplicitamente alle persone di seguirti o di iscriversi alla tua mailing list. Spesso le persone hanno bisogno di un invito all’azione.
Cosa devi imparare e chi ti può aiutare
Per fare tutto ciò di cui abbiamo parlato finora, la prima cosa da fare è quella di chiederti quali sono le lacune che devi colmare.
Potresti dover acquisire ulteriori competenze o aver bisogno di persone che ti affiancano per raggiungere i tuoi obiettivi.
Se vuoi avviare un’attività vera e propria considera che ti serviranno competenze in vari ambiti anche al di fuori del tuo settore, per gestire il tuo business, promuoverlo e svilupparlo.
Non lasciare che questo ti freni o che sia una scusa per procrastinare all’infinito, probabilmente hai tutto ciò che ti serve, magari hai solo bisogno di fare una chiacchierata con qualcuno o una vera e propria consulenza (io la prima consulenza te la regalo 😉)
Inoltre, non è detto che tu debba fare tutto da sola, puoi coinvolgere qualcuno con cui già stai lavorando oppure partire da sola e delegare alcuni aspetti a fornitori esterni.
Non ti serve il piano perfetto che ti porterà da qui ai prossimi 20 anni. Non ti serve nemmeno essere la migliore sul campo o l’enciclopedia umana del tuo settore, puoi semplicemente dare il tuo contributo.
Riprendo un’espressione che ha coniato Winnicot parlando del genitore sufficientemente buono ovvero quel genitore che sa essere un buon genitore ma che non si preoccupa continuamente di essere perfetto.
Ecco, l’obiettivo è quello di essere una professionista “sufficientemente buona” che sa quello che fa e si appoggia sulle sue competenze e che può migliorare di giorno in giorno in ciò che ancora non sa.
Piccoli passi o grandi balzi?
Quando si crea un’attività ci sono due filosofie tra cui scegliere: puoi fare piccoli passi tastando bene il terreno o puoi spiccare un grande balzo fidandoti del tuo intuito. La scelta dipende soprattutto dalla tua attitudine al business e dal tuo carattere.
Io sono della prima scuola ma in realtà ho sempre mixato questi due approcci in base a situazione e contesto.
Il vantaggio di fare dei piccoli passi è quello di non sprecare soldi e tempo, perché puoi iniziare testando delle soluzioni e, solo quando vedi i primi risultati, investi gradualmente fino ad avere i risultati costanti.
Il rischio di questo approccio è di rimanere bloccata nel piccolo, nutrendo le tue paure e insicurezze e finendo per stufarti e mollare tutto perché non vedi risultati importanti.
D’altra parte fare un salto nel vuoto senza paracadute può portarti a schiantarti piuttosto pesantemente, soprattutto se hai investito grosse cifre o hai mollato l’unico introito sicuro che avevi.
Ma voglio essere chiara, essere libera professionista significa essere un’imprenditrice e ciò che contraddistingue l’imprenditoria è l’assunzione del rischio.
L’importanza dei feedback
Un’ultima annotazione che riprende il concetto di piano di business di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo.
È importante fare un piano iniziale a medio-lungo termine ma non è una cosa che fai una volta e basta, sono necessari momenti di riflessioni cadenzati in cui fare il punto della situazione, rivedere i dati e aggiustare la rotta.
In questo senso sono molto utili i feedback che ricevi dai clienti, non parlo qui delle recensioni (utilissime per la riprova sociale) ma di un paio di domande in cui chiedi ai clienti specificatamente dove potresti migliorare.
“E se mi dicono che faccio schifo?”
Lo so, chiedere feedback fa paura, se all’inizio ti fa sentire molto insicura e ti frena dal crescere il tuo business aspetta di essere in una fase più solida. Però pensa anche sul fatto che se sai dove migliorare sarai una professionista sempre migliore, i suggerimenti dei tuoi clienti sono momenti preziosi in cui capisci se ciò che vuoi trasmettere riesce a raggiungere le persone.
Sospetto che la diffusa resistenza ai feedback sia il frutto di una società intrisa di performance dove il giudizio sembra definitivo e gli errori sono segnati con la penna rossa fin dalla più tenera età.
Il mio consiglio è di tenere pronto un modulo da far compilare alla fine del lavoro (o dopo qualche mese se hai un servizio ricorrente), e scegliere dapprima i clienti più “facili” per riabituarsi gradualmente a ricevere l’opinione dei clienti sul proprio lavoro.
Questo è il tuo momento
Non voglio darti la lezioncina motivazionale sull’importanza di pensare ai propri sogni e via dicendo, però non c’è mai stato momento migliore, secondo me, per poter realizzare le proprie idee.
Il web ci ha dato innumerevoli possibilità (insieme ad una buona dose di “merda digitale”!), sono alla portata di tutti, anche di chi non ha la laurea, vive in un paesino di 300 abitanti e non ha capitali da investire.
Non è semplice né immediato ma è molto possibile e sarebbe un peccato sprecare questo momento solo perché sei insicura o imbarazzata.
Per poter trasformare un’idea in un progetto di business hai bisogno di:
- essere consapevole dei tuoi talenti e punti di forza
- scegliere un bisogno delle persone che tu puoi soddisfare
- creare un piano strategico per orientare il tuo business
- utilizzare il web per promuoverti scrivendo il tuo piano di Digital Strategy
- accompagnare le persone a seguirti sempre più da vicino e dargli un buon motivo per acquistare
- identificare le tue lacune e colmarle con la consulenza, la formazione o la delega
- testare in piccolo la tua offerta di servizi e poi “fare il salto” quando ti senti abbastanza sicura
- accettare i feedback, migliorare e crescere in un ciclo continuo!
Ti auguro una meravigliosa avventura!